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I CIMITERI DI GUERRA DI CASSINO
A Cassino e nei dintorni sono numerosi i cimiteri di quella guerra che ha ucciso migliaia e migliaia di soldati, oltre le vittime civili. A Cassino passava la Linea Gustav, fulcro della resistenza tedesca contro l’avanzata degli alleati. Il martirio di Cassino è stato anche il martirio dei caduti di ogni fronte, di ogni nazionalità. Il vero nemico non furono i tedeschi o gli americani, gli uni o gli altri da dove si considerava il fronte bellico, il vero nemico fu la guerra.

IL CIMITERO POLACCO
È situato a nord dell’abbazia di Montecassino. Contiene 1052 salme dell’undicesimo corpo d’arma polacco. Un emiciclo di croci, un’aria ardente di ceri e profumata di fiori, un viale di accesso verdeggiato di cipressi austeri e due aquile marmoree sono a guardia e a custodia del sonno eterno dell’amico generoso soldato polacco.

IL CIMITERO DEL COMMONWEALTH
È situato sulla via per Sant’Angelo in Theodice, appena usciti dall’abitato di Cassino. Accoglie 4255 salme, il grosso contributo dato dai Paesi del Commonwealth britannico alla causa della Grande Guerra. Fu inaugurato nel 1956. Elegante nell’architettura, raffinato nel gusto ornamentale, sobrio e castigato nelle linee di una geometria essenziale. La cura del limpido specchio d’acqua e dello smalto verde che disegna i giardini dà un senso di viva presenza alle anime dei soldati sepolti.

IL CIMITERO TEDESCO
È a nord di Cassino, nella frazione Caira, a Colle Marino. Accoglie ben 20035 salme di soldati che combatterono la Seconda Guerra Mondiale sotto la bandiera Tedesca, caduti nell’Italia Meridionale, da Cassino fino a Frosinone, a Pescara, Lecce, Reggio Calabria, esclusa la Sicilia. Il Cimitero fu iniziato nel 1959 dall’architetto Tischler e terminato dal Prof. Offemberg. È un monumento realizzato in simbiosi con la natura, quasi a ritrovare una comunanza tra gli uomini nella vegetazione: croci austere piantate a circolo su un anfiteatro circolare convesso; un linguaggio architettonico essenziale; all’ingresso due figure umane, un uomo e una donna, dall’espressione desolata che meditano sulla tragedia dell’umano dolore. Una collina verde semiartificiale tra colline verdi naturali: un simbolo di umana riconciliazione nell’università della natura.

 

 
 

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