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SIntorno alla metà del XII secolo sorse, appena fuori le mura urbane della città di Anagni, un monastero appartenente all’ordine delle Clarisse che sopravvisse fino alla metà del Cinquecento.
Le alterne vicende che portarono al degrado e poi alla rovina del complesso conventuale si conclusero nel 1926 quando l’architetto Alberto Calza Bini ricevette l’incarico di progettare, sull’area dell’antico convento, un Convitto destinato agli orfani degli impiegati INADEL (oggi INPDAP - Convitto “Principe di Piemonte”).

Nella complessa e articolata soluzione compositiva l’architetto romano scelse di mantenere, integrandola nella progettazione, l’antica chiesa di San Pietro in Vineis (nome derivante dalla presenza di vigneti che circondavano il convento) in cui aveva rilevato la presenza di un interessante, se pur rovinato, pavimento cosmatesco e, in un ambiente posto sopra la navata di destra, quella di preziosi affreschi. Fu dunque alla sensibilità artistica di questo architetto della ‘scuola romana’, formatosi accanto a personalità quali Gustavo Giovannoni e Marcello Piacentini e alla sua personale esperienza maturata nel campo del restauro architettonico (un esempio significativo è costituito dal restauro del Teatro di Marcello – 1926-33 – che eseguì in collaborazione con l’architetto Paolo Fidenzoni) che dobbiamo la sopravvivenza di questo interessante ciclo pittorico.

I tredici affreschi che si estendono per una lunghezza di 12 metri, riguardano la Passione, Resurrezione e Seconda Venuta di Cristo, la Stigmatizzazione di San Francesco, e la rappresentazione dei Santi Aurelia, Scolastica e Benedetto. Il ciclo pittorico, di artista ignoto, è sovrapposto ad un precedente affresco raffigurante un motivo di arcate stilizzate che gira tutto intorno all’ambiente e che si conclude, superiormente, con una sorta di fregio e inferiormente con un delicato velarium decorato con piccole figure geometriche. Su questo ciclo pittorico poggiano altri affreschi attribuibili al XV secolo.

Da questo vano le suore potevano, per mezzo di feritoie realizzate nello spessore del confinante muro della chiesa seguire senza essere viste, così come imponeva il loro ordine religioso, la celebrazione delle messe.

Gli affreschi furono senza dubbio eseguiti per una comunità francescana; ne costituisce esempio la Stigmatizzazione, evento di cui è resa partecipe la comunità dei francescani e il corrispondente ordine femminile delle clarisse (Francesco non riceve le stigmate da solo ma appare accanto a Santa Chiara e ad altri membri dei rispettivi ordini). Sono inoltre rappresentate due figure, probabilmente i committenti. La figura maschile è, dalla recente storiografia, identificata in papa Alessandro IV (1254-1261). L’esecuzione degli affreschi è da far risalire con molta probabilità al 1255, anno in cui Chiara fu canonizzata – proprio nel Duomo di Anagni – da papa Alessandro IV. Nel 1256 la chiesa di San Pietro in Vineis, appartenente al patrimonio del Duomo di Anagni, fu, su iniziativa dello stesso pontefice, donata alle clarisse. È interessante notare come proprio a questa data risalga il ciclo pittorico esistente nella cattedrale della stessa Anagni.

L’eccezionale livello artistico degli affreschi di San Pietro in Vineis, recentemente restaurati su iniziativa dell’INPDAP, che ha così dimostrato un’ammirevole sensibilità verso la conservazione del patrimonio culturale (nella stessa chiesa sono presenti altri pregevoli affreschi sicuramente più antichi che attendono un restauro), consente di ampliare le conoscenze in merito al primo periodo dell’arte figurativa appartenente agli ordini francescano e clarissiano, all’utilizzo della tecnica pittorica dell’affresco, nonché all’approfondimento delle modalità artistico-espressive legate al periodo antecedente l’arte giottesca.

Bibliografia:

Caraffa Filippo, Il monastero di Santa Chiara in Anagni, Anagni 1985.
Rak Michael, Il Collegio Principe di Piemonte e la chiesa di S. Pietro in Vineis in Anagni, Roma 1998.
Boehm Margret, Wandmalerei des 13 Jahrhunderts im Klarissenklaster S: Pietro in Vineis zu Anagni, Münster 1999.

testo di Flavia Colonna - http://www.cittadianagni.it/infoturistiche.htm 

 

 

 
 

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