Chi era: sacerdote Barnabita
Nato aArpino, il 2 dicembre 1743, nella casa paterna sita in Via Giuseppe Cesari, ma con altre due porte d’ingresso in Via Marco Faucio
Appellativo: noto come “l’Apostolo di Napoli” per la sua intensa attività spirituale e taumaturgica in quella città

Monumenti e testimonianze

Arpino: Casa natale in via Giuseppe Cesari e statua, nel largo a lui intitolato, opera dell’artista Pietro Giambelluca.

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Universitario allo Studio di Napoli: entrò novizio a Zagarolo il 27 dicembre 1762. Studente di Teologia a Macerata e Roma: sacerdote a Napoli, nella chiesa di S. Carlo alle Mortelle 25 e 29 gennaio 1767, solennità di S. Paolo e di S. Francesco di Sales, patroni dei Barnabiti, per averne l’ardente carità e l’amabile e dolcezza. Superiore a S. Maria di Portanova, indefesso alla predicazione e al Confessionale. La passione per lo studio gli procurò la cattedra di Teologia all’Università Regia e la nomina a Socio dell’Accademia di Lettere e Scienze.

Di grande cultura, svolge importanti incarichi in seno alla sua Congregazione di Barnabiti ed è docente nel Collegio barnabita di Arpino, nel Collegio S. Carlo di Napoli e, nel 1778, presso l’Università di Napoli. Con il passare degli anni la sua esperienza religiosa si orienta verso il misticismo e la meditazione e, abbandona gradualmente la pratica dell’insegnamento. Diviene protagonista di fenomeni soprannaturali, come quando, con il gesto benedicente della mano, ferma la lava del Vesuvio durante le eruzioni del 1804 e del 1805, episodi che gli guadagnano la fama popolare di santo. Viene elevato agli onori degli altari nel 1951. Le sue spoglie riposano nella chiesa di S.Maria di Caravaggio in Napoli.

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