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I Fasti verolani sono uno dei rari esempi di calendari romani (se ne conoscono pressappoco trenta esemplari). Fu rinvenuto, in circa 60 frammenti, da Camillo Scaccia Scarafoni nel 1922 durante gli scavi di un’area cimiteriale in via Vittorio Emanuele II, nei pressi degli orti dell’attuale Casa Reali. In questa area è localizzato il foro della Verulae romana, con i suoi edifici pubblici e religiosi su uno dei quali doveva essere posta questa epigrafe.
La parte posteriore è stata riutilizzata nel secondo anno del consolato di Stilicone (405 d.C.), e vi si trova uno dei primi documenti cristiani di Veroli. La lastra,ricomposta dallo stesso scopritore, è attualmente murata nel cortile di Casa Reali. Il calendario è datato ad un periodo tra il 9 a.C. (dedica dell’Ara Pacis) e poco dopo il 14 d.C. (dopo la morte di Augusto).

La parte che ci rimane è circa un quarto dell’originale: in alto è l’indicazione dei mesi disposti su colonne (ce ne rimangono tre), in fondo alle quali sono indicati il numero dei giorni che li compongono (XXXI, XXIIX, XXXI). Su tre colonne affiancate sono disposte: una sequenza di lettere dell’alfabeto dalla A alla H (lettere nundinali) che servivano a determinare la settimana del mercato con sette giorni lavorativi e l’ottavo per la fiera; l’avvicendamento delle kalendae, delle nonae e delle idus, determinate dalle fasi lunari; una serie di annotazioni (nota dierum), espressa dalle lettere F (i giorni fasti in cui il pretore poteva amministrare la giustizia), N (i giorni nefasti, dedicati agli dei ed inadatti a qualsiasi attività), C (i giorni comitiales, ossia quei giorni in cui si potevano convocare le assemblee), NP (giorni nefasti di carattere speciale) e EN (giorni endotercisi, durante i quali si compivano i sacrifici al mattino e alla sera, ed erano considerati nefasti nella prima e terza parte della giornata e fasti nell’intervallo).

Accanto all’annotazione, in giorni particolari, si ritrova anche il motivo della celebrazione, quale una ricorrenza civile (il ricordo del matrimonio di Augusto e Livia), religiosa, agonistica o di condanna (la ricorrenza della nascita di Antonio, rivale di Ottaviano, è vista come un giorno vitiosus).

 

 
 

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