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Lo sviluppo maggiore la nuova Atina lo ebbe nel sec. XVIII quando le favorevoli condizioni economiche portarono alla fioritura di costruzioni palaziate (a più piani), di gusto spesso raffinato, secondo lo stile artistico del tempo. Di frequente i “Signori” erano impegnati a superarsi nelle costruzioni delle proprie dimore. Tra queste si possono ammirare: Palazzo Bologna (prima metà del ‘600), tra via San Giovanni e via Planca. Al secondo piano una teoria di archi a tutto sesto (poggiati su pilastri bassi, quadrangolari, con basi a capitelli) dà vita ad un’aerea loggia, che per validità di proporzioni, per ritmi di linee e per equilibrato respiro chiaroscurale, ci riporta indietro nel tempo, al Rinascimento; Palazzo Sabatini edificato nel 1648, dietro il palazzo vescovile, evidenzia un portale con ampia e ricca cornice in pietra, di chiaro sapore barocco, sormontata da un timpano centinato; Palazzo Palombo fu costruito tra il XVII e il XVIII secolo sul luogo ove sorgeva un’antica torre. La pianta è poligonale irregolare; l’ingresso principale è contraddistinto da un imponente arco in pietra che si raccorda, tramite cornici con volute, al balcone del piano nobile, sorretto da mensole con triglifi e gocce. Gli stessi elementi li troviamo a decoro del cornicione e danno notevole contributo di eleganza al prospetto; Palazzo Marrazza. Il cui prospetto principale, su via San Giovanni, propone una ricerca di monumentalità, probabilmente esagerata. Qui, infatti, funge da invito al portone di ingresso un portico poco profondo con quattro colonne ioniche di notevoli dimensioni, che sorreggono un corpo avanzato suddiviso da lesene e da fasce geometriche. Nel prospetto posteriore, all’ultimo piano, vi è una loggia adornata da colonne corinzie su alti piedistalli, che sorreggono archi a tutto sesto. Copre la loggia un timpano triangolare con stemma all’interno. Il palazzo è del sec. XVIII, ma il portico di via San Giovanni e il timpano del prospetto posteriore sono successivi; lo stile e il materiale usato li classificano alla fine del sec. XIX; Palazzo Fortucci-Marrazza.

Questo palazzo, insieme al Palazzo Ducale e Palazzo Mancini, delimita la triangolare Piazza Saturno. A pianta quadrangolare, si articola su tre piani con attico, mettendo in evidenza un barocco molto raffinato. Al piano terra presenta una serie di portali a tutto sesto. Ai piani superiori, stucchi mistilinei, incorniciano finestre e balconi in pietra. Tutti gli elementi, comprese le ringhiere in ferro battuto dei balconi, appaiono bene armonizzati. E’ classificabile al XVIII sec. pur se di origini più antiche, fu infatti edificato a partire dal Settecento in seguito alle migliorate condizioni economiche della città; Palazzo Visocchi fu fatto costruire dall’omonima famiglia a partire dal XVIII secolo. L’edificio, di notevole mole, con la sua pianta a L, presenta prospetti a diverse altezze. Su via Posta Vecchia, in corrispondenza con il portale d’ingresso, molto ampio e poderosamente incorniciato, si apre, al piano nobile, un balcone con mensole in pietra fortemente aggettanti e ringhiera in ferro battuto. Il piano attico, decorato con volute, conchiglie e mascheroni, è sormontato da una cornicione molto sporgente, che esprime in pieno il senso di unità e di forza voluto dal committente. L’interno presenta stanze con volte a botte e a crociera, decorate con affreschi. Annessa al palazzo vi è la cappella di famiglia intitolata alla Madonna di Loreto, vero gioiello di architettura sacra barocca. Ad essa si accede da via Posta Vecchia, attraverso un portale finemente rifinito in pietra. L’ambiente si sviluppa su una pianta ottagonale, mistilinea. Meritano inoltre lo sguardo attenta del turista il Palazzo Tutinelli tra via Planca e via Vittorio Emanuele; il Palazzo Fortucci su via Planca; il Palazzo Sabatini in via San Nicola; il Palazzo Bartolomucci-Visocchi di via del Vento e il Palazzo Martini a Piazza Garibaldi, nonostante alcuni di questi siano stati molto modificati.

 

 
 

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